Instancabili camminatori
di Costantino Coros* – Essere fermento di comunione dentro la Chiesa; essere un insieme di laici che con gioia e ad ogni età annunciano Gesù; camminare dentro la società di oggi con il passo e il respiro della propria diocesi prendendosi cura delle vite degli altri, stando vicino a sacerdoti e religiosi, costruendo legami e tessendo relazioni. Questo è il valore dell’Azione Cattolica di oggi emerso durante l’incontro della presidenza nazionale con i presidenti parrocchiali, le presidenze diocesane e il consiglio regionale Ac del Lazio, avvenuto presso il pontificio seminario di Anagni sabato 16 e domenica 17 aprile.
«Essere Ac oggi, vuol dire vivere un cammino di crescita di fede, umana e culturale insieme a tante persone» ha detto il presidente nazionale Matteo Truffelli, davanti agli oltre 200 presidenti parrocchiali delle diocesi del Lazio. È proprio la dimensione parrocchiale quella in cui l’associazione si traduce da progetti in vite e volti delle persone. «Dalla due giorni è emerso il tessuto di un associazione laziale che pur in un contesto ecclesiale e sociale non semplice è ancora vitale, capace di molte significative esperienze di vita, di fede e di Chiesa per tante persone. È un’associazione capace di creatività» ha sottolineato Truffelli, il quale ha ribadito che «la missione del Lazio come per l’intera associazione è quella di camminare tutti insieme lungo il desiderio che abbiamo, di farci strumento di realizzazione dell’Evangelii Gaudium».
Vincenzo Danieli, delegato regionale Ac, esprimendo a nome di tutta la delegazione «gioia e gratitudine per i tempi, i luoghi e le persone che ci sono state donate» ha ricordato che quello appena passato è stato «un fine settimana ricco di contributi, pensieri, riflessioni, amicizia». È «questo il volto dell’Azione Cattolica laziale, un’associazione che prova a mettere la sua personale firma su un progetto più grande, quello di chi, ogni giorno s’impegna a leggere le tante e diverse realtà da vivere e abitare. Realtà che vanno conosciute e amate dai nostri tanti volti. I volti di chi oggi più di ieri prova a dare risposte, a suscitare domande, a farsi prossimo. Tutto ciò è sì un compito esigente, ma è soprattutto la sfida di chi vuole prendere sul serio le vite incontrate».
Per don Alfredo Micalusi, assistente unitario regionale Ac, bisogna andare oltre la «percezione che a volte abbiamo» in quanto «è un po’ limitata e magari ci si avvilisce pensando che siamo sempre in fase decadente». Al contrario dobbiamo porre attenzione alla «narrazione di cose positive che avvengono grazie agli aderenti e alle associazioni di base» esperienze «che ci hanno fatto prendere coscienza del fatto che anche se a piccoli passi – perché l’Azione Cattolica cammina a piedi ed ama i piccoli passi e i tempi lunghi – è un’associazione che cammina al di là dei numeri che a volte possono anche calare». È un’associazione dallo sguardo lungo che permette di vedere che oltre le fatiche c’è il bello di «situazioni di chi continua a credere che camminare fa nascere un fiore nel deserto che poi diventa un ciuffo e poi un mazzo». Ciò significa «ritrovarsi a condividere questi fiori, che sono il segno e simbolo che ne vale veramente la pena donarsi per gli altri». Questo dà la «consapevolezza che davvero la Chiesa ha bisogno dell’Ac» perché «la Chiesa è sempre di più percepita come persone in cammino che hanno il gusto e il piacere di farlo, coinvolgendo altri in una bella avventura».
Per Giuseppe Notarstefano, vice presidente per il Settore adulti Ac, l’incontro con l’associazione laziale è stata un’esperienza positiva. Si è vista un’Ac «consapevole dei propri limiti» e questa «consapevolezza, tradotta spiritualmente in gratitudine, sta diventando un elemento importante di rilancio dell’esperienza associativa anche attraverso un’ampia serie di progetti grandi e piccoli». Tutto ciò esprime un grosso potenziale «che denota una gran voglia di fare associazione». Incoraggiante anche il «tono positivo degli interventi e delle testimonianze» che hanno fatto trasparire «la voglia di riconoscere nell’associazione un progetto di vita» il quale si traduce «in quel modo di essere credenti, di stare nella Chiesa e di vivere la chiamata nella vita laicale che rappresenta la forza e la profezia di oggi dell’Azione Cattolica».
*Presidente diocesano Ac Velletri-Segni