Gli Orientamenti triennali dell’Ac: custodire, abitare e generare
di Maria Grazia Vergari*- Un Papa che si ferma con paterno affetto a chiacchierare con tutta l’Ac del mondo un’ora e un quarto, centomila persone in piazza S. Pietro a ricordare 150 anni di una bella storia, i dibattiti e le riflessioni della XVI Assemblea nazionale… Momenti storici, ricordi, sguardi, parole, abbracci, gesti familiari per noi di Ac. Giorni intensi quelli vissuti nella scorsa assise associativa e nell’incontro con Papa Francesco. Fare memoria, impegna ancora di più a progettare. Dove vuole andare l’Azione cattolica nei prossimi anni? Il Consiglio nazionale ha raccolto pensieri ed emozioni vissuti in quei giorni e ha cercato di dare parole a tutto questo!
Frutto del lavoro di discernimento comune sono gli Orientamenti triennali: un documento che contiene le attenzioni particolari dell’Ac per questo tempo, i temi e le linee giuda per ciascun anno del triennio 2017-2020 e il riferimento alle tre icone bibliche che accompagneranno ragazzi, giovani e adulti nella loro formazione associativa.
L’icona evangelica
«Vi precede in Galilea» (Mc 16,7): è l’icona evangelica del triennio; è il messaggio che le donne del mattino di Pasqua devono portare ai discepoli, ancora dispersi e impauriti. L’appuntamento con il Risorto non è a Gerusalemme, ma è là dove tutto era iniziato! Ritornare in Galilea per noi è essere capaci di rileggere tutto alla luce della Resurrezione, un’esperienza che ha illuminato per prima la nostra vita. È riscoprire l’esperienza dell’incontro personale con Gesù Cristo. Con questa consapevolezza e questo stile vogliamo metterci accanto agli uomini del nostro tempo, sulla loro strada per scoprire con loro le tracce del Risorto che è già presente.
Un cammino triennale
Il cammino del triennio sarà quindi guidato da tre verbi: custodire, abitare e generare.
Custodire. Centocinquanta anni di storia sono un dono, un’eredità preziosa che chiede di essere custodita. Nell’anno del 150° vogliamo fare memoria, custodendo ciò che è essenziale, lasciandoci sollecitare dalla “conversione missionaria” più volte invocata da Papa Francesco per le nostre comunità. Per noi andare all’essenziale è riconoscere l’Ac scuola di comunione ecclesiale, scuola di sinodalità: siamo laici di Azione cattolica che sperimentano la bellezza del discernimento come la strada per imparare a comprendere e vivere la volontà di Dio per la nostra esistenza, per quella dei nostri fratelli. Andare all’essenziale significa, riconoscere il valore grande che in Associazione ha il dialogo intergenerazionale e le grandi potenzialità di un’esperienza popolare capace di mettersi accanto a tutti per annunciare il Vangelo.
Abitare. Essere discepoli missionari per noi è impegno a stare nel mondo. Desideriamo innanzitutto vivere la nostra missione nel riconfermare la scelta educativa di essere accanto ad ogni uomo e donna per sostenerlo nel cammino e accompagnarne i passi, stando in mezzo alla gente, nei luoghi della quotidianità, dando il nostro contributo nel mondo sociale, politico ed economico, come laici che incarnano il Vangelo nel mondo inculturandolo. Questo abitare ci invita a rivedere i linguaggi e le strutture che dell’evangelizzazione sono responsabili per essere sempre più coinvolgenti e non esclusivi, ci invita ad abitare le periferie, costruire cultura nelle carceri, nelle fabbriche, nei quartieri.
Generare. Generare significa accogliere l’invito a primerear (prendere l’iniziativa), ad uscire fuori da sé per farsi prossimi, vivificati dalla Parola e dall’Eucaristia che continuamente ri-generano e rinnovano nell’amore. Per generare occorrerà allora anzitutto farsi «generatori di senso» (Evangelii gaudium, 73) per gli uomini di questo tempo, accompagnarne i passaggi essenziali dell’esistenza curandone la vita spirituale. Per l’Ac generare è avere a cuore più i processi da attivare che gli spazi da occupare.
Le attenzioni
In questo triennio le diocesi saranno sempre più chiamate in continuità con lo scorso triennio a coltivare alcune attenzioni
La cura della parrocchia. È impegno ad abitare le parrocchie e prenderci cura dei processi di trasformazione in atto, accompagnandone l’apertura missionaria secondo la prospettiva dell’EG. Anche in questo triennio si è scelto di accompagnare e sostenere con sempre più forza il servizio dei presidenti parrocchiali il cui servizio è essenziale per la cura delle persone; attenzione alla parrocchia significa, inoltre, valorizzare la dimensione intergenerazionale delle associazioni e crescere nella unitarietà.
Il dialogo e il confronto con le culture nella volontà di spendersi nel dibattito culturale e darsi gli strumenti per poter dialogare sui temi cari alla vita delle persone e dei territori. Dialogo è impegno tenace e creativo per la costruzione di alleanze dentro e fuori la Chiesa.
La cura della vita del laico, attraverso il sostegno della sua vita spirituale e la ricerca degli strumenti per accompagnarla. Questa attenzione passa dall’impegno sempre più consapevole e creativo per una formazione capace di sostenere i laici a vivere nel mondo, dentro le sfide di questo tempo.
La popolarità come impegno delle nostre associazioni locali ad essere “con tutti e per tutti”, che dice capacità di porsi in ascolto delle domande, trovare linguaggi e forme perché il Vangelo arrivi a tutti. Popolarità è accogliere la sfida di sapersi raccontare e, suscitando curiosità e interesse, anche di promuovere l’associazione.
È questo l’orizzonte dell’Ac per il prossimo triennio, che troverà concretezza nei passi, nei volti, parole, nelle scelte, nelle storie delle persone e dei territori di ogni realtà diocesana. Saranno tanti modi con cui incarnare l’invito di papa Francesco a tenere viva quella “passione cattolica”, “la passione della Chiesa, vivere la dolce e confortante gioia di evangelizzare”.
*Vicepresidente nazionale dell’Ac per il Settore Adulti. L’articolo è un’anticipazione di “Segno” di agosto (n.8-2017)