Il saluto di Papa Benedetto XVI
Cinquant’anni fa anch’io sono stato qui in piazza, con lo sguardo verso questa finestra dove si è affacciato il buon papa, il beato Papa Giovanni e ha parlato a noi con parole indimenticabili, parole piene di poesia e bontà, parole del cuore. Eravamo felici e pieni di entusiasmo. Il grande Concilio ecumenico era inaugurato, eravamo sicuri che doveva venire una nuova primavera della Chiesa, una nuova Pentecoste, una nuova presenza forte della grazia liberatrice del Vangelo. Anche oggi siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse più sobria, una gioia umile. In questi 50 anni abbiamo imparato ed esperito che il peccato originale esiste e si traduce sempre, benché nuovo, in peccati personali. Abbiamo visto che nel campo del Signore c’è sempre anche la zizzania. Abbiamo visto che nella rete di Pietro si trovano anche pesci cattivi. Abbiamo visto che la fragilità umana è presente anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento contrario, con tempeste che minacciano la nave. E qualche volta abbiamo pensatoi: ‘Il Signore dorme e ci ha dimenticato? Questa è una parte delle esperienze fatte in questi 50 anni. Abbiamo avuto anche la nuova esperienza della presenza del Signore… Il fuoco dello Spirito Santo, il fuoco di Cristo, non è il fuoco divoratore e distruttivo, è un fuoco silenzioso, è una piccola fiamma di bontà e di verità, si trasforma, dà luce e calore. Abbiamo visto che il Signore non ci dimentica, anche oggi in modo umile il Signore è presente e dà calore ai cuori, nostra vita, crea carismi di bontà e carità che illuminano il mondo e sono per noi garanzia della bontà di Dio. Se Cristo vive è con noi anche oggi e possiamo essere felici anche oggi perché la sua bontà non si spegne, è forte anche oggi. Infine, oso fare mie le parole indimenticabili di papa Giovanni: “Andate a casa, date un bacio ai bambini e dite: questo è il bacio del papa.
Buonanotte e grazie!